Chi sono

La mia azienda, la mia filosofia, il mio nome in etichetta. Sono Giorgio Barovero, e lavoro come piace a me.

Non sono sempre stato un vignaiolo. Vengo, anzi, da un mestiere che con il vino non ha nulla a che vedere… ma quelle terre di famiglia, quelle vigne abbandonate un po’ a se stesse erano lì, che mi chiamavano da tempo.

Così ho deciso di studiare, di ascoltare chi prima di me ha imparato l’arte della vigna, e farmi una cultura autodidatta di vinificazione.

Eccomi oggi, 20 anni dopo, 15 anni di produzione biologica certificata, a produrre vino in una terra rinomata ormai in tutto il mondo.

Terra con la quale da sempre ho un legame forte, lei capace di parlarmi, e io di ascoltarla.

Quello tra me e la mia vigna è stato fin dall’inizio un rapporto di reciproca fiducia: io proteggo te, tu proteggi me.

Per questo non ho mai seguito i trend, non sono mai andato d’accordo con i disciplinari.

Ogni anno le mie piante hanno bisogni diversi, che dipendono dal clima, dalla luna, e da molti altri fattori che non conosciamo in dettaglio.

Io le osservo e cerco di capire come nutrirle, poi ne raccolgo i frutti e cerco di capire come vinificarli al meglio, rispettandone i tratti.

Non esistono due annate uguali, e i miei clienti lo sanno bene. Quest’anno il Nebbiolo va in legno, il prossimo magari no.

La superficie dell’intera azienda è di 7,5 ettari, di cui i terreni meglio esposti al sole, i sorì, sono coltivati a vite nelle seguenti proporzioni:

  • Ha 3.50 Dolcetto
  • Ha 0.63 Barbera
  • Ha 0,17 Nebbiolo
  • Ha 0,13 Cabernet Sauvignon

Il biologico

Le uniche regole che mi viene istintivo seguire sono quelle del biologico, perché compatibili con la mia idea di agricoltura.

Dopo pochi anni di lavoro tra i filari, quella di convertire l’azienda è stata una scelta naturale: già di mio ho sempre cercato soluzioni alternative alla chimica, che mi sembrava semplicemente fuori posto in un ambito vivo come quello della vigna.

Nel 2002 sono quindi diventato ufficialmente biologico grazie alla certificazione Bioagricert srl.

Ho ridotto man mano il verderame, dimenticato per sempre il diserbo e iniziato a trattare le viti con estratti di erbe o alghe.

Oggi la mia vigna è una vera e propria foresta, con un ecosistema ricco e autosufficiente.

Cerco di seguire le fasi lunari quanto più possibile: non sono biodinamico, ma ci provo.

Mi definisco anche “vegan friendly” perché escludo in modo assoluto ogni tipo di prodotto di origine animale.

Anche in cantina gli accorgimenti non mancano. Fin dal suo arrivo nel laboratorio, l’uva viene trattata con rispetto: arriva nelle vasche per caduta dall’alto, non viene pressata per non rompere le bucce.

Uso solo lieviti biologici, e cerco di rendere la fermentazione più naturale possibile.

Abbasso la temperatura con tubi di acqua fredda, e la scaldo con la stufa.

A gennaio, finita la malolattica, apro le porte della cantina per far entrare il gelo e fermare la fermentazione.

Monforte

La mia azienda e le vigne di famiglia sono a Monforte, paese dalla fama internazionale.

Gli appassionati di vino piemontese la considerano una tappa obbligatoria, e le cantine nascono e crescono velocemente.

Ma questa terra non è sempre stata così: era un luogo contadino, da sempre legato all’agricoltura genuina e rispettoso dei bisogni della natura, che con i suoi frutti aiutava ad sopravvivere al lungo inverno.

Oggi gli stessi frutti sono diventati moneta, talvolta trascinati da mode e marketing.

Da questo mondo voglio distanziarmi: produco vino a modo mio, più sullo stampo di un tempo che su quello ultramoderno attuale.

I miei vini sono pura espressione del territorio, mai influenzati dai gusti e dalle preferenze del consumatore.